Il “Cammino dei briganti” è un itinerario che si snoda tra l’Abruzzo e il Lazio: sono 100 km da percorrere immergendosi in un panorama pieno di fascino e di colori, alla scoperta di borghi accoglienti e suggestivi dove è possibile degustare tante ottime pietanze che sono il racconto più perfetto della tradizione locale

L’orgoglio brigante

La storia dei, cosiddetti, “briganti” è quella di uomini e donne che hanno combattuto con passione e con coraggio contro quella che fu l’invasione Sabauda.

Erano una sorta di esercito popolare a favore dei Borboni e all’epoca venivano considerati dei criminali, poiché avevano abbracciato la lotta armata per combattere contro quelli che, in modo altrettanto violento, stavano prendendo possesso della loro terra e cambiando, in pratica, il loro futuro.

Questo “Cammino” è caratterizzato, non a caso, infatti, da un itinerario che tocca i confini delle regioni Abruzzo e Lazio.

In “epoca brigante” questo percorso si trovava in quelli che erano i confini dello Stato Pontificio e del Regno Borbonico.

Ne facevano parte, quindi, i luoghi in cui trovavano rifugio i briganti e le brigantesse nel momento in cui decidevano di abbandonare la loro vita di sempre e, trasformandosi in clandestini, portavano avanti la loro lotta per la libertà.

Un viaggio nella storia

Questo itinerario è dedicato a tutti gli appassionati escursionisti e agli amanti della natura pura e selvaggia. Può essere svolto in ogni stagione dell’anno, naturalmente avendo cura di scegliere l’abbigliamento giusto e le calzature più adatte.

I sentieri da percorrere sono situati a un’altitudine che può variare, ma la massima quota che si deve affrontare è quella dei 1300 metri.

E’ un percorso molto importante per il suo valore storico: va sottolineato, infatti, che è stato fedelmente ricostruito proprio per come era al tempo dei briganti.

Percorrendone i sentieri, dunque, ci si immerge totalmente non soltanto nella luce e nei colori della vegetazione, dei boschi, nel paesaggio splendido e incontaminato che è tutto intorno, ma anche nel passato e nella storia che è stata vissuta in quei luoghi.

Un “Cammino” lungo sette giorni

Durante i sette giorni di questo “Cammino“ si coprono ben 100 km. Si parte dalla località di Sante Marie – la stessa a cui si fa ritorno – che si trova in Abruzzo.

L’itinerario prosegue, poi, verso Santo Stefano, Valdevarri, Nesce, Villerose, Spedino, Cartore, Santa Maria in Valle Porclaneta, Rosciolo, Magliano de’ Marsi e Casale Le Crete.

Esistono, inoltre, una serie di varianti che permettono di arrivare anche in altre località rendendo così il percorso ancora più ricco.

L’accoglienza nei borghi

I borghi che fanno parte dell’itinerario sono organizzati per offrire agli escursionisti un posto ideale dove essere accolti nelle pause del “Cammino”. Sono dotati di strutture ricettive di vario genere: dagli agriturismo ai “Bed & breakfast“, ai sempre validissimi ostelli oppure c’è la possibilità di soggiornare in camere in affitto.

Oltre a questi tipi di soluzione, per chi vuole organizzarsi per vivere l’escursione nella più completa libertà, in alcune zone ci sono spazi e aree per trascorrere la notte in tenda.

Il bello del “Cammino dei briganti” è proprio la possibilità di poter vivere sette giorni nella maniera più informale e libera possibile.

Questo itinerario è, in effetti, una delle proposte di maggiore successo per quanto riguarda le forme di “turismo green” promosse in terra abruzzese. Ad oggi, infatti, richiama non soltanto il turismo italiano, ma anche una percentuale, in crescendo, di quello europeo.

Il gusto del “Cammino dei briganti”

Quello del “Cammino dei briganti” è anche, naturalmente, un ottimo itinerario enogastronomico.

Nelle strutture ricettive e nelle trattorie sono proposti menu che privilegiano i sapori del passato e che vedono alla base delle pietanze una rigorosa scelta di ingredienti biologici: una vera garanzia di genuinità e di bontà.

L’aria che si respira nei borghi che ne costruiscono le tappe è, quindi, quell’aria tipica di località in cui vive ancora la tavola di una volta.

In questi luoghi viene, anzi, continuamente valorizzata con la proposta di pietanze speciali per la loro squisitezza e che si trasformano in un altro importante incentivo per lo sviluppo del turismo con il marchio “green”.

Il grano di solina

La garanzia della qualità gastronomica è anche confermata dal fatto che molti agriturismo nei borghi del “Cammino” hanno uno spazio riservato all’orto, dove vengono coltivati ortaggi e verdure e spesso si caratterizzano anche per un’ottima produzione casearia.

Molto importante, inoltre, è anche la volontà di utilizzare il grano di solina, nell’ottica della difesa e della valorizzazione delle produzioni antiche che distingue queste località.

Il grano di solina è una varietà presente in Abruzzo già nel Cinquecento e che ha bisogno di crescere in un clima piuttosto freddo per sviluppare al meglio la qualità organolettica che lo contraddistingue.

E’ un grano povero di glutine e ricco di proteine.

La sua farina si utilizza per la preparazione dei prodotti da forno, a cominciare dal pane e fino alla pizza.

Viene, naturalmente, usata soprattutto per preparare, insieme con uova e farina di semola, i “maltagliati” (detti anche “pezze), ossia un formato di pasta a mano molto rustico, la cui forma può essere variabile, a rombo o altro.

I “maltagliati” si completano con il condimento di un sugo leggero preparato, ad esempio, con olio, aglio e pachino di qualità oppure, per renderlo ancora più gustoso, aggiungendo del guanciale.

Dal menu del “Cammino dei briganti”

Il menu che è possibile scoprire nelle varie tappe del “Cammino” mette sempre al centro il sapore della tradizione della cucina abruzzese. La scelta si propone, quindi, tra pietanze che rendono al meglio il valore gastronomico locale grazie non solo alla genuinità degli ingredienti, ma anche alla passione per quella che è la cucina del passato.

Sono molte le specialità che è possibile apprezzare per quanto riguarda i primi piatti, che sono rigorosamente a base di pasta lavorata a mano e con condimenti diversi, tra cui sughi aromatici, come quelli con la santoreggia o il timo.

I secondi piatti comprendono gustosissime grigliate di carne, oltre a ricette tipiche come la “pecora alla cottora”.

Vanno ricordati, inoltre, anche gli ottimi formaggi di produzione artigianale, dolci squisiti come le “ferratelle” e le “coperchiole” e il tutto viene annaffiato da vino Montepulciano.

Paccheri aromatizzati al timo: la ricetta

Questo piatto davvero squisito dona al palato un vero trionfo di sapore e nei ristoranti del “Cammino dei Briganti” si prepara sempre con pasta fatta a mano. E’ una pietanza molto semplice da realizzare, adatta alla tavola di ogni stagione e che si caratterizza con un mix gustosissimo tra l’intensità del sugo con la salsiccia e la freschezza aromatica del timo. Vediamo come prepararla.

Ingredienti per 4 persone

  • 320 gr di paccheri
  • pomodoro pelati
  • olio evo
  • 1 cipolla
  • 2 salsicce
  • 1 peperoncino fresco
  • vino bianco
  • sale
  • pepe
  • 1 rametto di timo
  • pecorino grattugiato

Esecuzione della ricetta

  • In una padella capiente versare un filo di olio evo, aggiungere la cipolla dopo averla tagliata piuttosto finemente, le salsicce dopo averle sbriciolate e il peperoncino tagliato a piccoli pezzi.
  • Far soffriggere.
  • Versare nella padella mezzo bicchiere di vino bianco e farlo evaporare.
  • Aggiungere i pomodoro pelati e schiacciarli, quindi aggiungere anche il timo fresco.
  • Dopo aver salato e pepato secondo il gusto, continuare la cottura del sugo.
  • Mettere a cuocere la pasta e scolarla quando sarà al dente.
  • Distribuire la pasta nella padella con il condimento.
  • Aggiungere una spolverata di pecorino grattugiato e mescolare con cura tutti gli ingredienti.
  • Mettere la pasta condita nei piatti e prima di servirla in tavola aggiungere altro pecorino grattugiato.