Abruzzo e dolci: un connubio speciale che soddisfa i palati dei più golosi, ma non dimentica anche chi ama i sapori semplici e corposi. Ecco tre specialità da provare assolutamente: ferratelle, castagnaccio e tarallucci d’Abruzzo.

Le ferratelle

Cialde croccanti o morbide, cosparse di marmellata d’uva o gustate da sole, le ferratelle possono essere assaporate in vari modi e sono un tipico dolce abruzzese del periodo natalizio che abbonda nelle tavole tra una tombolata e l’altra. Nel tempo, però, sono diventate cosi conosciute, che potete facilmente trovarle sia nei negozi locali che online in ogni momento dell’anno. Ma qual è la loro storia?

Sembra che la loro origine venga fatta risalire al periodo romano e a un dolce chiamato Crustulum. Inoltre, un tempo, il ferro era più di un semplice “accessorio” culinario: forgiato dai fabbri del paese, veniva donato in dote alle spose. La trama del ferro che accoglie la pasta biscotto può contenere vari disegni: la tradizionale trama a rombo con una grandezza rettangolare, tondeggiante o a ventaglio oppure quella con romantici cuori, di solito usati per la festa di San Valentino.

Le ferratelle vengono cucinate in tutto l’Abruzzo e assumono diversi nomi in base a dove sono prodotte: nelle aree interne prendono il nome di ferratelle, neole nel teramano, pizzelle nell’area chietina.

La loro preparazione è semplice, ma il risultato non delude le aspettative di questo dolce così famoso: gli ingredienti di base sono la farina, le uova, lo zucchero, l’olio e gli aromi (come la scorza di limone e la vanillina ). C’è anche chi aggiunge il latte, il lievito chimico e chi sperimenta farine alternative come la farina di farro o quella di solina, tipica abruzzese.

Per gustarle nella maniera più semplice possiamo anche solo guarnirle con dello zucchero a velo sopra. Per una merenda più saziante, invece, vi consigliamo di provarle in abbinamento ad una marmellata d’uva di qualità o con della crema pasticcera.

Il castagnaccio

Il castagnaccio è un dolce senza glutine, senza lattosio, corposo e composto da ingredienti semplicissimi. Facile da realizzare, dolce altamente saziante, fa contenti gli amanti dei dolci che amano sperimentare nuovi sapori. Dal nome è già possibile capire la base di questo dolce: la farina di castagne.

E’ un tipico dolce autunnale “povero” che ritroviamo in quasi tutta l’Italia settentrionale e centrale e quindi, ovviamente, anche in Abruzzo. Nasce dal mondo contadino dove bisognava sfamare tante bocche con quello che si ricavava dal lavoro dei campi e, anche quando in casa scarseggiava la farina di frumento o la farina di mais, quella di castagne non mancava quasi mai e riusciva a salvare il pranzo e la cena.

Da sempre apprezzate dai contadini perchè nutrienti e poco costose (al contrario di oggi) di castagne è pieno l’Abruzzo con i suoi numerosi castagneti e, anche se si disponeva di poche risorse economiche, ogni famiglia riusciva a consumarle con una certa frequenza e in vari modi: lesse, nelle minestre, cotte sul camino e per la preparazione del castagnaccio, una volta trasformate in farina.

Per sperimentare la ricetta più antica vi basterà avere con voi solo due ingredienti: la farina di castagne e l’acqua. Quando, però, arrivava la stagione della spremitura delle olive, si aggiungeva dell’olio extra vergine di oliva all’impasto. Col tempo la ricetta si è arricchita di nuovi ingredienti, grazie all’aumentare della qualità dello stile di vita e oggi potete considerarla completa disponendo di farina di castagne, acqua, olio extra vergine di oliva, uva, pinoli, rametti di rosmarino e sale.

Per chi vuole addolcire la versione più tradizionale può aggiungere all’impasto lo zucchero o il miele o acquistare le più moderne versioni che possono anche includere i semi di finocchio, il cioccolato o fichi secchi.

I tarallucci d’Abruzzo (+ ricetta)

I tarallucci, si sa, sono di origine pugliese, ma troverete la loro versione salata anche in Abruzzo. Gli ingredienti, semplici ed essenziali, rimangono gli stessi e, quindi, sono farina, olio extra vergine di oliva, vino bianco e sale. I tarallucci che, però, vogliamo proporvi sono i tarallucci d’Abruzzo ossia una nuova ricetta che, potremmo dire, prende la semplicità del tarallo salato e vi aggiunge un gustosissimo ripieno di marmellata d’uva.

Al contrario dei taralli salati, però, bisogna esser bravi non solo a creare l’impasto, ma anche nella preparazione del ripieno equilibrando i vari sapori che lo compongono. Infatti, nella loro ricetta più classica, gli ingredienti dei tarallucci d’Abruzzo, chiamati anche in dialetto celli ripieni, sono:

  • per la pasta: farina per dolci, olio di oliva, sale, vino bianco, zucchero.
  • per il ripieno: marmellata d’uva (meglio se fatta in casa), cacao amaro (o cioccolato fondente), mandorle tritate, biscotti secchi, mosto cotto o marsala.
  • per la copertura: acqua e zucchero semolato.

Se volete sperimentarli in casa prendete nota del procedimento: per preparare l’impasto si mescolano semplicemente tutti gli ingredienti e si lavora il composto fintanto che non si crea un panetto omogeneo, quindi con una consistenza né troppo dura né troppo molle. Quando l’impasto è pronto si prendono delle porzioni e si stendono, con un mattarello, delle bande larghe dove poi andremo a inserire il ripieno.

A questo punto occorre prendere il ripieno precedentemente realizzato. Se avete tempo preparatelo la sera prima: amalgamate, quindi, la marmellata, il cacao, le mandorle i biscotti secchi che avrete tritato e il mosto cotto o marsala. Fate cuocere tutto, mescolando, a fuoco basso fino a far alzare le classiche bolle. Lasciate riposare.

Ma torniamo al punto in cui l’impasto e il ripieno sono pronti. Una volta stese le strisce di impasto, inseritevi sopra porzioni di ripieno intervallate tra di loro. Ripiegate la striscia di impasto su se stessa in modo tale da “chiuderla” e formate delle mezze lune con l’aiuto di un tagliapasta. Preparate una teglia ricoperta di carta forno, riempitela con tutte le mezze lune che avete ricavato dall’impasto e passate alla cottura in forno a 180 gradi per una quindicina di minuti.

Avete quasi terminato i vostri tarallucci abruzzesi: ora che sono cotti passateli prima in una ciotolina con dell’acqua e subito dopo nello zucchero semolato. Avrete cosi dei celli ripieni buoni e belli da vedere.

In consiglio in più: non vi piace solo la marmellata d’uva come base di ripieno? Unitela alla marmellata di pesca o susine. Entrambe si sposano benissimo.

Buona scorpacciata di dolci abruzzesi!